giovedì 20 dicembre 2007

Seconda intervista 18.12.07 CARMELA

La signora Carmela è sorella della signora Maria. Allo scoppio della seconda guerra mondiale aveva 14anni, a differenza della sorella lei ha sempre avuto una grande paura durante la guerra.


Prima di iniziare l'intervista mi ha parlato un po' della sua famiglia e poi mi ha detto che sta scrivendo un libro della sua vita "sì perchè l'è ricordi da lassar", sono ricordi da lasciare, le cose si hanno in testa ma poi svaniscono e bisogna che resti qualcosa perchè così si possono leggere e tornano alla mente e se ne può ricavare qualcosa.


La prima cosa che mi dice è che si ricorda la fame di quegli anni, una fabbrica che dava stoffa a poco prezzo alle famiglie numerose (erano 12 fratelli), anche lei mi ha raccontato dei militari tedeschi accampati presso l'ex segheria Borga (che ora non esiste più).


Carmela mi dice che non le sembrava di avere vent'anni, ma piuttosto quaranta, non ci pensava, non aveva il tempo per pensare alle cose belle:"...ma no i sentivi vinti me pareva de averne quaranta forse, no ghe pensavi, no se gaveva el tempo materiale de pensar a altre bele robe come la gioventù".


Lei tutti i giorni andava in campagna con suo padre, lei era la più paurosa, qundo suonava l'allarme correva al rifugio.

Finita la guerra, quando c'erano i temporali e sentiva i tuoni balzava dalla paura.


Quando rilasciavano i fumogeni Carmela scappava dalla campagna e correva al rifugio e appena suonava il cessato allarme correva nuovamente in campagna.


E la notte l'oscuramento perchè c'era il Pippo che passava e se vedeva una luce bombardava.



Poi mi racconta del bombardamento dell'8 aprile 1945, che causò 6vittime, tra cui alcune persone della famiglia di suo marito, che si è salvato scappando ed è stato colpito da una scheggia. Queste persone erano uscite prima del cessato allarme dal rifugio (nella foto l'entrata del rifugio) e dicono che lo sgancio di queste bombe sia stato uno sbaglio.


Poi la signora Carmela mi racconta di un altro bombardamento avvenuto sul Piaz a Mezzolombardo, senza vittime questa volta. La signora Carmela stava andando dalle suore Canossiane a imparare a cucire e si è nascosta in chiesa. Con lo spostamento d'aria erano caduti dei sassi dalla montagna, ma niente di più.


Mi racconta dei militari tedeschi accampati nel cortile di quella che oggi è una discoteca (St. Louis), lei e sua sorella si mettevano lì davanti con una scodella e si facevano dare la pasta.


Il giorno della liberazione se lo ricorda benissimo "'na gioia, la tranquillità de dir che bel me movi, no senti pù la sirena, no me scondi pù, no gh'è pù l'oscuramento, bel da matti" (una gioia, la tranquillità di dire che bello posso muovermi liberamente non c'è più l'allarme dei bombardamenti, non mi devo più nascondere, non c'è più l'oscuramente è stato bellissimo).


Coclude il suo racconto con un episodio che mi ha raccontato anche la signora Maria, erano in campagna, loro due, un'altra sorella Lidia e il loro fratello più piccolo Guido, appena arrivati in campagna suona l'allarme e si nascondono in un "tombino", dentro ad un tubo di quelli dove passa l'acqua per irrigare i campi, sono rimasti lì finchè non hanno finito di bombardare, tutte e tre sopra il loro fratellino per proteggerlo.

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